L’idea dello spettacolo nasce dal nostro continuo impegno contro tutte le forme di violenza, in occasione del 25 novembre “Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne”, lo abbiamo ideato e messo in scena.
Nella prima parte, partendo dall’idea di Serena Dandini, abbiamo realizzato alcuni monologhi traendo spunto dal suo libro “Ferite a morte” dove l’autrice si chiede: “E se le vittime potessero parlare? Volevo che fossero libere, almeno da morte, di raccontare la loro versione, nel tentativo di ridare luce e colore ai loro opachi fantasmi”. Desideriamo farle rinascere con la libertà della parola e trasformarle da corpi morti in donne vere, con sentimenti e risentimenti, ma anche, se è possibile, con l’ironia, l’ingenuità e la forza. Donne ancora piene di vita, insomma. In questa parte diamo voce a chi da viva ha parlato poco o è stata poco ascoltata, con la speranza di infondere coraggio a chi può ancora fare in tempo a salvarsi.
Nella seconda parte ripercorriamo la vera storia di “Marinella”, Maria Boccuzzi, la ragazza uccisa da uno sconosciuto a colpi di pistola nel gennaio del 1953 e gettata nel fiume Olona, la storia colpi profondamente Fabrizio De André, che allora aveva solo 13 anni, che nel 1964 scrisse la celebre canzone. La ricostruzione della storia di questa sfortunata ragazza di origine calabrese è stata possibile grazie agli studi portati avanti dal Dott. Roberto Argenta, psicologo dell’Asl di Asti.
Lo spettacolo si conclude con le letture tratte dal libro “L’amore rifiutato” di Gianclaudio Grimaldi, che riassumono la storia tormentata e dolorosa dei due protagonisti del romanzo: lei vittima di stalking, lui ossessionato dal rifiuto del suo amore.